Comment are off

Si può insegnare la Felicità? La storia di Sara.

Fin da bambina, ho sempre desiderato la felicità. Ne avevo la certezza: sarei stata felice! Ma più diventavo grande, più non avevo idea di come avrei realizzato il mio sogno.

Mi sentivo sempre più incartata e triste e, quel che è peggio, mi costava troppo ammetterlo a me stessa. Facevo di tutto per ingannarmi, continuando a mostrarmi felice a me e a chi mi stava vicino.

 

Finché non sono incappata in un cortocircuito.

 

Credo che il più grande inganno per i miei primi 28 anni, sia stato quello di misurare il mio valore, il mio permesso di esistere, in base ai risultati che ottenevo.

Mi sentivo profondamente obbligata ad affrontare da sola qualsiasi ostacolo, non accettando l’aiuto di nessuno. Questa è stata certamente una qualità che mi ha fatto conquistare grandi soddisfazioni, ma è stata anche la mia prigione, che mi ha resa sola per anni.

Non mi lasciavo aiutare, avvicinare, “toccare” da nessuno. In qualsiasi situazione di difficoltà, seppure ci fosse stato un amico disposto ad aiutarmi, non vedevo l’ora che se ne andasse per poter fare da sola, cosa che sicuramente mi riusciva meglio e in cui confidavo molto di più.

Finché non giunse quel cortocircuito: un giorno mi è successo di sentire, come una ferita profonda nel cuore, la consapevolezza di non appartenere a nessuno. Era terrificante, non potevo sopportarlo! Sapevo di avere la mia famiglia, l’affetto dei miei cari, ma ad una donna di 28 anni questo non bastava.

Sentivo che ero in cammino, alla ricerca di un’appartenenza al di là dei miei genitori e dei miei fratelli, della mia famiglia di origine.

Non ero fidanzata, non più. Per quasi dieci anni avevo cercato di costruire una relazione con un mio coetaneo, ma con scarsi risultati. Sarà stata forse la mia laurea, l’essere tornati nella nostra città, a mettermi in crisi. Perché dopo dieci anni trascorsi fuori all’università, tornati a casa dai rispettivi genitori, tra di noi non era cambiato niente. Sempre due ragazzini fidanzati che uscivano per divertirsi e che parlavano di matrimonio e figli come si parla di un sogno lontano, troppo lontano.

E così si è definitivamente logorata una storia che non era mai stata una vera storia d’amore, perché non presupponeva nessun progetto concreto di vita insieme, nessuna crescita.

“A chi appartengo?” Proprio non sapevo rispondere a questa domanda che urgentemente si affacciava nel mio cuore.

 

Nella mia vita c’è stato un confine che ha segnato un “prima” e un “dopo”.
È stato l’incontro con Mimmo e Cinzia, con tutto ciò che ho sperimentato con loro.

 

Nella loro relazione e nei frutti del loro amore, io ho riconosciuto quello che stavo cercando da sempre, la piena nuzialità. Conoscerli è stato per me una promessa di felicità! Questa piena apertura, questa loro relazione felice, mi ha permesso di fidarmi, di comprendere che i miei sforzi erano inutili, perché colmare il vuoto che avevo nel cuore non era tanto una questione di buona volontà. Ho imparato, grazie alla fiducia nel loro affetto, a uscire fuori dai miei schemi.

Soprattutto Mimmo mi ha aiutata a fare questo grande passo di fiducia: uscire fuori dal quadrato, che mi sottoponeva a dei doveri assurdi.

 

Per esempio: io, per stare con una persona, dovevo necessariamente salvarla. Quindi non avrei mai potuto essere felice con un altro, perché la mia trappola mi auto-imponeva di cercare un uomo immaturo, con il quale mi sarei sentita buona solo se avessi messo tutta me stessa per cercare di migliorarlo e di salvarlo. Un ragazzo in gamba, audace, buono, generoso, non sarebbe mai stato “il mio tipo”, perché come avrei potuto relazionarmi con lui, sentirmi presa da lui? Non l’avrei nemmeno preso in considerazione! Sicuramente non sarebbe stato il mio tipo.

Per la prima volta nella mia vita sentii dire che occorre intelligenza d’amore, non solo passione! Che la scelta, se è autentica e se è buona, viene confermata dentro dalla passione, dall’emozione, dall’attrazione: perché l’amore unifica anche il mondo psichico dentro di sé! Mi sembrò tutto ragionevole, verosimile, bello! Mi fidai e conobbi così finalmente l’uomo che sarebbe diventato mio marito in poco più di un anno.

Se penso a quanto è rimasta bloccata la mia vita finché sono stata aggrappata alle mie certezze, che erano però le mie trappole, mi sembra di aver buttato via dieci anni!

Invece poi la vita è volata ad una velocità impressionante!

 

Ho conosciuto questo ragazzo e sia il mio cuore che la mia testa erano concordi nel dire che avrei voluto quell’uomo come mio sposo e padre dei miei figli! Non avrei avuto remore nel mettergli tra le mani la mia vita, perché mi fidavo di lui e del fatto che avrei potuto sempre contare su di lui. L’amore per lui è riuscito a farmi uscire dal mio narcisismo! E cominciò il nostro corteggiamento.

Mimmo Armiento definisce così il corteggiamento: “Affascinare un’altra libertà. Se ami qualcuno, lascialo libero: se torna da te è tuo per sempre, altrimenti come non fosse mai stato!”.

Per me è andata esattamente così! Sono stata discreta, leggera, non invadente, e ho dato il tempo a Mimmo di preparare uno spazio per me nel suo cuore. Mi è costata molta fatica, non mi è venuto per niente “naturale”, ma ne è valsa la pena! Se mi fossi comportata in modo infantile, offendendomi per i suoi frequenti no, certamente Mimmo non mi avrebbe aperto il suo cuore, non si sarebbe fidato di me.

E quindi ad un concerto, ballando, mi chiese esplicitamente, dopo il primo bacio, se volessi diventare la sua fidanzata. Una gioia così grande da piegarmi letteralmente le ginocchia! Ci siamo sentiti trascinare dall’entusiasmo di quell’amore così maturo e consapevole! Eravamo noi stessi meravigliati della forza del nostro amore e della forte volontà di sposarci, e dopo esserci interrogati per due mesi se non stessimo correndo troppo, abbiamo creduto al desiderio dei nostri cuori e abbiamo deciso di sposarci a un anno dal nostro primo bacio.

 

“Non esiste la persona giusta! Non si è fatti l’uno per l’altro! Esiste invece la possibilità di camminare insieme nella direzione giusta!”

E infatti le nostre ampie differenze sono emerse tantissimo in questi anni di vita insieme, e senza la consapevolezza ricevuta grazie al Corso Basic, avremmo anche potuto pensare che avessimo fatto una pessima scelta, visti i caratteri spesso così incompatibili. E invece abbiamo imparato giorno dopo giorno a riprogrammare i nostri navigatori dopo ogni crisi per scegliere di nuovo di camminare insieme nella direzione giusta, cioè verso la felicità insieme.

Non scegliamo di assecondare i nostri schemi, ma insieme scegliamo ogni giorno di venirne fuori, per essere liberi e per essere felici insieme.

Sarei felice se anche tu potessi vivere questo cambiamento, se è quello che cerchi.
Scopri il Corso Basic di Ingannevole come l’amore, qui.

Grazie per aver letto un po’ della mia storia.

Un abbraccio,
Sara.